Un’altra storia di calcio a 5. Una giovane promessa della Mediterranea che ha già indossato la prestigiosa maglia della Rappresentativa regionale di calcio a 5 e ha partecipato agli stage della Nazionale giovanile.
Anno di nascita Duemila, ruolo laterale, anche lui un passato di calcio (Elmas) e poi l’arrivo, a quattordici anni, al calcio a 5 con la Med. Si chiama Marco Pireddu, è lui il protagonista della storia della settimana.
– Come è nata, Marco, la tua passione per il calcio a 5?
Un mio caro amico che giocava alla Med d’ estate mi chiese se volessi provare. Il mio primo allenamento lo feci in un caldo pomeriggioal Palaconi e quel giorno stesso mi innamorai di questo sport!
– Cosa ti affascina del futsal?
La rapidità con cui si muove il pallone e il numero di volte che lo si tocca in una sola azione. La velocità con cui si ribalta un azione e poter partecipare a entrambe le fasi di gioco. Mi piace tutto di questo sport non riesco a trovare qualcosa che non mi piaccia.
Mi è capitato di convincere molti miei coetanei questi anni. Personalmente trovo il calcio a 5 molto più divertente del calcio in quanto si è molto più coinvolti nel gioco e le partite sono molto più aperte. Per convincerli cerco di trasmettere emozioni che provo praticando questo sport
– Una partita da ricordare?
Le partite delle quali mi ricordo di più sono il mio debutto in C1 contro il Villanova e la mia prima al Torneo delle regioni contro la Lombardia.
– Ecco, la Rappresentativa e l’azzurro. Ricordi, sensazioni? Cosa ti porti dietro?
Penso sia stata un esperienza bellissima , che mi ha aiutato a crescere tanto e allo stesso tempo mi ha dato la possibilità di divertirmi. Per quanto riguarda la convocazione in nazionale è stata una cosa inaspettata e ho cercato di viverla al meglio
– I riti pregara di Marco?
Non ho nessun rito particolare, mi limito a svuotare la testa da tutti i pensieri e a concentrarmi per l’impegno in campo.
– Che musica passa nelle tue cuffie?
Non ho un vero e proprio genere musicale che mi piace ascoltare con continuità e prima delle partite. Ma c’è una canzone che mi piace tanto, è Tu corri dei Gemelli diversi. Me l’ha fatta ascoltare per la prima volta una persona molto speciale ed è diventata una sorta di porta fortuna
– Una frase che ti racconta?
Non penso di avere una frase che mi racconti. Sono ancora troppo giovane forse. Devo giocare ancora tante partite e vivere tante altre emozioni. Ho sempre pensato che lavorando sodo con continuità si possano ottenere i risultati.
– Chi ti è stato vicino fino a oggi in questo tuo percorso di sport e vita?
Ovviamente la mia famiglia, che mi dà la possibilità di stare tutti i giorni fuori da casa per dedicarmi alla mia passione. Poi i miei amici che mi sostengono e ci sono sempre. Una Delle persone più importanti sia dentro che fuori dal campo è senza dubbio il mio mister Gian Marco, lui, da quando ho iniziato questa avventura con la Mediterranea ha deciso di prendermi sotto braccio e portarmi sulla giusta strada, credendo in me dal primo istante, da allenatore da compagno di squadra e da capitano. Ne approfitto per ringraziarlo per tutto quello che ha fatto, fa e spero farà per me.
– Marco fuori dal parquet?
Studio al Marconi, tecnico industriale, sempre all’ interno del calcio a 5 sono istruttore della scuola calcio e faccio parte dello staff delle giovanili della Med. Passo praticamente tutto il mio tempo all’ interno di palazzetti e ne sono felicissimo.
– Come vedi il futuro? Come ti vedi?
Una volta finite le superiori deciderò cosa fare. Mi piacerebbe tanto studiare scienze motorie e sportive ma non sono ancora convinto. Vorrei diventare un buon giocatore arrivando a giocare a livelli alti ed essere un giocatore della Nazionale. So che queste sono grandi aspirazioni, molto difficili da raggiungere, ma sognare è gratis e questo è tutto quello che vorrei dalla mia carriera!
(Foto di Juna Manca)